Dice che in America il faro della democrazia e sull’eventuale malaffare politico è rappresentato, ininterrottamente da 200 anni, dalla stampa libera. Bene, sto ancora aspettando un giornale italiano, uno solo, che scriva delle similitudini di attacco( sebbene ridimensionato) tra Macerata, Londra, Bruxelles, Parigi. Sto ancora aspettando un politico italiano, uno solo, che chiami le cose col proprio nome, senza eufemismi o arzigogoli para linguistici. Nel frattempo, tuttavia, si assiste a un lungo, inesorabile processo di dissolvenza dell’italica cultura.
“Good Night, and Good Luck”, diceva Edward R. Murrow mentre spulciava e sputtanava pubblicamente le liste di proscrizione dei simpatizzanti filo-comunisti preparate durante la caccia alle streghe del maccartismo. Sto ancora aspettando Murrow.
Categoria: immagine
Le origini etniche della bellezza
” Le origini etniche della bellezza ” è un progetto fotografico di Natalia Ivanova, un fotoreporter russo . Documenta con affascinante originalità “la diversità etnica del genere umano, attraverso la bellezza delle donne di tutte le etnie del mondo.”
“L’obiettivo di questo progetto è quello di mostrare la vera scala della diversità etnico-culturale in modo completo, sistematico e creativo; per illustrare i tratti distintivi di ogni etnia, per quanto piccoli essi siano, e qualunque sia il loro status ufficiale. ”
Senza confini o limiti ma con un unico filo conduttore: la bellezza femminile.
Sublime!
Loui Jover, l’acrilico, i vecchi giornali, le donne.
Loui Jover è un artista australiano le cui opere hanno la particolarità di essere realizzate su pagine di vecchi giornali e libri d’epoca. Stile, originalità e grande intensità psicologica caratterizzano i volti femminili ‘mentalizzati’ e dipinti in immagini ricche di energia e introspezione. Vibrante!
L’ultimo bacio.
Ci sono cose da fare ogni giorno:
lavarsi, studiare, giocare,
preparare la tavola,
a mezzogiorno.
…
Ci sono cose da fare di notte:
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
orecchie per non sentire.
…
Ci sono cose da non fare mai,
né di giorno né di notte,
né per mare né per terra:
per esempio, la guerra
(Gianni Rodari)
Porgete attente
l’orecchie; e il fato,
che vi sta sopra, o re fanciulli, udite.
Dell’innocente
sangue versato
in scellerata guerra
conta il cielo le stille, e le schernite
lagrime tutte della stanca terra.
(Vincenzo Monti)
Le parole che diventano immagini. I calligrammi di Ji Lee.

Designer della comunicazione per Facebook e direttore creativo di Google Creative Labs, responsabile della promozione del brand e dei prodotti di Google nel mondo. Ji Lee da oltre 20 anni si diverte a trasformare parole comuni e nomi propri in immagini, veri e propri loghi che sintetizzano concetti, storie, personaggi.
Il suo lavoro è stato pubblicato nel libro “Word as image” dal quale sono tratte alcune di queste immagini.
“Chiunque può creare una parola-immagine, perché in realtà non è richiesta nessuna abilità nel disegno” – spiega Lee -. “Ciò che serve, oltre a un pizzico di pensiero creativo, è la capacità di vedere le parole e le lettere in modo diverso. Il dizionario contiene migliaia di enigmi visivi che aspettano solo di essere risolti”
Dipingere il silenzio Vilhelm Hammershøi

Il pittore delle stanze vuote, del fluire silenzioso della vita, dello scorrere malinconico e inesorabile del tempo, dal mistero di una porta aperta, di una finestra, di un angolo di luce fredda, di una figura ritratta rigorosamente di spalle.
Immagini forti di solitudine, di angoscia esistenziale, di illusoria ricerca di ordine e armonia nel lavoro del danese Vilhelm Hammershøi, pittore riservato e reticente all’eccesso. Introspettivo, malinconico, misterioso e come ne ebbe a dire Rilke «Lungo e lento, ma in qualsiasi momento lo si colga esso mostrerà sempre ciò che è importante e essenziale nell’arte».
«Scelgo un tema per le sue linee – scriveva – per ciò che io chiamo il contenuto architettonico di un’immagine».La luce non aveva bisogno di molto colore «perché – sosteneva – il miglior effetto in un dipinto si ottiene con il minor colore possibile». Di qui le sue tinte scarne, le delicate variazioni di bianchi e di grigi, di uno spazio ermeticamente chiuso e di un vuoto inquietante.
Charles Baudelaire, Correspondences.

Corrispondenze
E’ un tempio la Natura ove viventi
pilastri a volte confuse parole
mandano fuori; la attraversa l’uomo
tra foreste di simboli dagli occhi
familiari. I profumi e i colori
e i suoni si rispondono come echi
lunghi che di lontano si confondono
in unità profonda e tenebrosa,
vasta come la notte ed il chiarore.
Esistono profumi freschi come
carni di bimbo, dolci come gli òboi,
e verdi come praterie; e degli altri
corrotti, ricchi e trionfanti, che hanno
l’espansione propria alle infinite
cose, come l’incenso, l’ambra, il muschio,
il benzoino, e cantano dei sensi
e dell’anima i lunghi rapimenti.
Charles Baudelaire
Da I fiori del male, Les Fleurs Du Mal, 1857
Traduzione di Luigi De Nardis, Milano, Feltrinelli, 1964
National Geographic – Daily Travel Photo, il meglio del 2015.




















Sergey Reznichenko
Potente,esplosiva sinergia di colore, di luce elegantemente a metà tra il concreto e l’onirico, tra il reale ed il surreale, tra il passato e il presente. Psicoanalitico.
Donne morbide, attraenti, erotiche che si lasciano osservare da sguardi malinconici e indecisi. Le pose sono ammiccanti , gli sguardi appesi a un punto indefinito.
L’ossimoro della fotografia astratta
Non rappresenta il soggetto e il suo contenuto in maniera letterale, perché non riproduce fedelmente la realtà ma comunica attraverso il colore, la forma e le curve di un dettaglio diverso che diventa il vero propulsore e messaggio.
L’astrattismo restituisce alle forme la loro originale indeterminatezza, confusione e polivalenza di significati lasciando all’osservatore la possibilità di attribuire un suo significato e trarre una propria soddisfazione. Una forma d’arte non cognitiva e razionale ma prioritariamente istintiva ed emotiva. Un modo per guardare le cose e il mondo in maniera completamente diversa.
#CharlieHebdo
ECUBA e le altre
Tributo ad una scrittrice di assoluto talento

Ecuba è una superstite, una donna che raccoglie le sue e le altrui memorie mentre vive in uno scantinato dove ricicla rifiuti. La sua umanità è stratificata, è fatta di orrori e di grandezze,di dolori impronunciabili e coraggio. Ecuba e le altre racconta del desiderio di ogni rinascita, della volontà inarrestabile di opporsi alla violenza, al potere, alla guerra.

La luce si chiude a poco a poco su Ecuba.Buio.