Le fotografie in bianco e nero di Erwitt rivelano con “ delicato” sarcasmo le emozioni basiche e le illusioni contraddittorie degli esseri umani. Riescono a immortalare una realtà esteriore gonfiata, pomposa e inconsapevolmente ironica, sgonfiandone sardonicamente la falsità e mettendone in mostra l’ipocrisia. Attraverso le sue immagini percepiamo la fragilità della linea di demarcazione tra l’estetico e l’introspettivo, tra il senso e il non senso, tra la forma e l’essenza. Geniale.
Erwitt utilizza un umorismo paradossale e fantastico mediante un gioco di accostamenti grotteschi, surreali e assurdi e sfrutta la coincidenza, l’avvenimento fortuito e bizzarro come metafora per riflettere con sguardo irridente sulle vicende umane.
“Quando è ben fatta, la fotografia è interessante. Quando è fatta molto bene, diventa irrazionale e persino magica. Non ha nulla a che vedere con la volontà o il desiderio cosciente del fotografo. Quando la fotografia accade, succede senza sforzo, come un dono che non va interrogato né analizzato.” Elliott Erwitt